Il ricordo di quel momento diffi cile per il patrono d’Italia, che sperimento’ nella carne le soff erenze di Cristo, si propone oggi come un messaggio di speranza per il nostro tempo segnato da tensioni e guerre.
Ogni segno prodigioso nella vita di una donna o di un uomo di Dio non e’ mai disgiunto dall’esperienza esistenziale che sta vivendo. Fu cosi’ per Francesco d’Assisi nel settembre 1224, quando sali’ sul monte della Verna, era un uomo ferito, profondamente ferito! La stesura della Regola aveva in qualche modo sfi brato il suo cuore: avvertiva la disanza tra lui e gran parte della fraternita’ e sentiva che quella Regola non gli apparteneva del tutto. Per questo aveva scelto di fare un passo indietro lasciando la quida dell’Ordine. Era come se avvertisse, infatti, che tutto cio’ che aveva intuito nel periodo della sua conversione e che lo aveva portata ad abbracciare il Vangelo “sine glossa”, si fosse deformato.

“Chi sono io? E chi sei Tu?” fu la domanda che Francesco porto’ con se’ salendo a la Verna, monte che gli era stato donato da un nobile amico. Si era ritirato li’ per fare di nuovo esperienza intima di Dio. Capiva, infatti, che doveva prima di ogni altra cosa sintonizzarsi dinuovo selle frequenze dell’Amore non amato per poter tornare a vivere la fraternita’. Ed e’ in quel clima di preghiera soff erta, che Francesco chiese a Cristo di poter sperimentare sulla sua carne un poco di quei patimenti che Egli soff ri’ per noi. E Gesu’, che ascolta la sincerita’ del cuore, realizzo’ il desiderio di Francesco. Nei giorni intorno alla festa dell’Esaltazione della Croce, il Poverelllo ricevette l’apparizione di un serafi no alato, che lo “feri’” con la “potenza” dell’amore.

Salito alla Verna portando nel cuore la domanda angosciata “Chi sono io? Chi sei Tu?”, ne discese con una risposta che si fa preghiera: “Tu sei bellezza, tu sei mansuetudine, tu sei umilta’, tu sei pazienza”. Sono le Lodi di Dio Altissimo, una preghiera che vibra tutto l’amore di un innamorato, che contempla nel profondo il suo Dio e Signore.
Il messaggio che scaturisce dall’esperienza della Verna e’ parola di guarigione e speranza per tutti gli uomini, che puo’ essere nuovamente consegnata a un mondo segnato da tensioni, divisioni e guerre, ma anche da desiderio di vita e futuro.
Tratto da un articolo nell’Avvenire 4 gennaio, 2024


Voglio mandarvi tutti in Paradiso! – San Francesco



Le Celle di Cortona – Fraternità San Lorenzo da Brindisi – Chi siamo?!
I Parte
II Parte

Proposte per i frati

Accoglienza per Frati che vorranno condividere la nostra esperienza di fraternità e di preghiera

Fraternità San Lorenzo

Accoglienza per Frati che vorranno condividere la nostra esperienza di fraternità e di preghiera

Accoglienza in Convento

Accoglienza per Frati che vorranno condividere la nostra esperienza di fraternità e di preghiera

Il Credo della preghiera

Noi crediamo che…
La preghiera non è tutto, ma che tutto deve cominciare dalla preghiera.
La preghiera è la vita stessa di Dio perchè Dio è preghiera, è comunione d’amore.
La preghiera non è qualcosa di facoltativo ma di costitutivo del nostro essere più profondo perchè creati ad immagine di Dio: essa è la vocazione più profonda dell’uomo.
Pregare è incontrare Dio, è pensare che lui ci ama infinitamente così come siamo, è amarlo.
Gesù ha promesso lo Spirito Santo a coloro che lo chiedono al Padre.
La vocazione dell’uomo è di essere contemplativo per le strade del mondo.
La preghiera non ha bisogno di tante parole, perchè l’amore si esprime soprattutto nei fatti.
Si può pregare tacendo, soffrendo, lavorando, ma il silenzio, la sofferenza, il lavoro è preghiera solo se si ama.
Non sapremo mai valutare la validità della nostra preghiera, ma sentiamo di pregare se cresciamo nell’amore, nel distacco dal male e nella fedeltà alla volontà di Dio.
Impara a pregare soprattutto chi impara a tacere davanti a Dio e a resistere al suo silenzio.
Pregare è un dono gratuito di Dio da chiedere tutti i giorni.
Dare il tempo alla preghiera è dare il tempo a Dio e a se stessi.
Amare, pregare, non consiste nel sentire che si ama, ma nel voler amare (P. De Foucauld).
Nella preghiera bisogna perseverare senza vedere e ricominciare sempre, senza scopo, per niente, per Lui, in pura perdita.
Doniamo agli altri solo ciò che riceviamo da Dio.
Chi impara a pregare impara a vivere.